martedì 30 novembre 2010

Caramel

L'altro giorno parlavo con la mia coinquilina iraniana,Elnaz. Ha dei grandissimi occhi neri e intensi e profuma di acqua di rose. Quando passa per il corridoio lascia il suo odore, e quando muove le mani sembra quasi che l'aria che sposta sfiori il tuo viso. Ha qualcosa che incanta, e cercavo di capire cosa fosse.La guardavo rapita mentre parlava, ed emanava qualcosa che mi faceva pensare esattamente alla parola "donna". Era rassicurante e mi dava la stessa sensazione che mi danno le foto in bianco nero delle" nonne da giovani".Questa ragazza c'entra qualcosa con il film di cui sto per parlare, Caramel. Questo film è ambientato a Beirut, e le protagoniste sono quasi tutte donne. Vi starete chiedendo, che c'entra Elnaz con questa storia? C'entra eccome, perchè alcune donne rispetto ad altre racchiudono nello sguardo qualcosa che nessun uomo sulla terra possiede. Sembrerebbe che non siano nate per soffrire per un amante cialtrone, o per immolarsi accanto a una sorella malata con qualche rotella fuoriposto. Alcune donne tutte insieme in una stanza mentre si pettinano o fanno la manicure assomigliano più ad una poesia che ad un salone di bellezza. Vorresti appoggiargli la testa in grembo quando hai bisogno di conforto. Sono quelle donne che sopportano il dolore di un destino al quale sono state incatenate. Sono quelle donne che dopo un taglio di capelli ,sorridono così tanto che non puoi fare a meno di credere che basti quello per farle felici. Caramel è una finestra sul mondo femminile, che è dominato da dignità, sensualità e riti di bellezza. La donna non è solo trucco e parrucco, ma è anche quello. Chi ha girato questo film conosce bene le donne, perchè una di loro, Nadine Labaki anche protagonista nelle vesti di Layala.

martedì 23 novembre 2010

Il viaggio di Jeanne

Prendete un bel mandarino, e ogni spicchio che passa godetevi questo film. Questa storia è dolce e il profumo vi resta tra le mani, ma se siete fan di colpi di scena ed emozioni strazianti non fa per voi. E' un film per guardoni, si proprio per voi, a cui piace osservare le persone che vi stanno accanto in treno mentre leggono un quotidiano o voi che origliate le conversazioni altrui. Il viaggio di Jeanne è il primo vero viaggio che tutti abbiamo fatto.Quel viaggio in cui la paletta e il secchiello o tenere la mano a papà non ci bastano più. Ma la differenza tra questo ed altri film, è che questo, si fa bastare la semplicità e la realtà senza annoiare. Non servono adolescenti ribelli che organizzano rave party nel giardino di casa e nemmeno fanciulle deflorate senza consenso. In una tranquilla isola svedese(aggiungerei un bel 10  per la fotografia che ci permette di goderla in pieno), si consuma l'estate di Albert (Jean Pierre Darroussin)e sua figlia (Anais Demoustier). Jeanne non pretende niente di più che godersi la propria estate, è come giusto che sia suo padre vuole impedirglielo e portarla con sè a scovare un tesoro vichingo. Ogni tanto fa bene godersi una storia che si avvicini a quelle che conosciamo bene, che non ci mostri quanto sia "cool" e irrangiungibile lavorare da Vogue, o quanto sia difficile nell'Upper East side di Manhattan tra cocaina e Dom Perignon. "Il viaggio di Jeanne" è  per noi che viviamo un pò più giù...che attraverso un film o un libro ci gustiamo i ricordi di un tempo. Buona visione.

domenica 14 novembre 2010

Jeux d'enfants (Amami se hai coraggio)

Giochi o non giochi? Dalla risposta che scegli la tua vita inizia a cambiare.La nostra esistenza è disseminata di cose dalle quali stare lontani, perchè racchiudono in sè pericolo e piacere. Avete presente quell'essere che la maggior parte delle volte ci descrivono con grandi corna, un mantello rosso e lo sguardo ardente?Alcuni dicono che sia nascosto da qualche parte distribuendo i propri prodotti affinchè qualcuno di noi ci caschi  si lasci tentare e perda punti per arrivare in paradiso. Ma quei prodotti così dolci alcune volte creano dipendenza. La droga ci consuma, l'alcool ci distorce e l'amore ci rovina. C'è un amore pericoloso, quell'amore che ti lega ad una persona per sempre. E' un sentimento del quale non riusciresti a fare a meno, che prescinde dal sesso e dall'attrazione.E' affannoso, egoista e infantile, inizia come un gioco e una risata e finisce nel caso migliore con  cinque o sei mesi di pianti nel letto di casa tua, nel caso peggiore rimarrà un ricordo cementato nella tua memoria che ti accompagnerà fino alla fine. Esistono delle persone che si apparterranno per tutta la vita questo è il caso dei protagonisti di "Jeux d'enfants", film del 2003 scritto e diretto da Yann Samuell. E' la storia di due bambini che iniziano da piccoli a giocare con una scatola di latta, che sarà il pretesto per iniziare una serie di scommesse e giochi pericolosi che li accompagnerà fino all'età adulta. Julien e Sophie sono incapaci di vivere il proprio rapporto in modo ordinario e nella scatola di latta chiuderanno un amore forse troppo speciale per essere sugellato da matrimonio e quotidianità. Il loro rapporto è adrenalinico, tossico, insomma caratteristiche perfette di qualcosa del quale non riusciresti a fare a meno. Sophie è attraente,bella (che volto migliore di quello di Marion Cotillard avrebbero potuto scegliere) irriverente. Julien è razionale, spaventato e inibito. Chi meglio di Sophie potrebbe dare uno scossone alla sua vita? Ci sarà stato un motivo al fatto che a prendere la mela dall'albero sia stata Eva e non Adamo no? Il film inizialmente non convince, non è credibile sentire parlare due ragazzini delle elementari come studenti universitari. Il tutto condito da un classico del panorama musicale francese "La vie en rose" e da una forma in pieno stile "Il favoloso mondo di Amelie". Ma ci si può ricredere andando avanti, quando il tutto comincia a modellarsi e la complicità di due bambini ossessionati dalle scommesse inizia a diventare qualcosa di più. ESISTONO DELLE PERSONE CHE SI APPARTENGONO, IL LORO GIOCO ECLISSA TUTTO IL RESTO..